lunedì 19 marzo 2012

C'era una volta...

...tanto tanto tempo fa... o in tempi più recenti ...o da sempre... per motivi che non sapremo mai... delle persone che, nella presunzione di fare il bene comune....

Da qualche tempo fa bella mostra di se uno striscione che recita: "Torano antica Città Ducale".
E' una presa di coscienza delle nostre origini? Un inizio di rivalutazione del nostro patrimonio storico? O semplicemente l'ulteriore tentativo di raggranellare qualche spicciolo per finanziare le disastrate casse comunali?

Ai posteri l'ardua sentenza.
Fatto sta che fino ad oggi niente è stato fatto per una valorizzazione reale del territorio, della sua cultura e del suo patrimonio storico ed artistico. La foto di fianco ne è una delle dimostrazioni più evidenti.

Domandine:
a) sapete cosa rappresenta
b) dove si trova?


Risposte:
a) E' una cisterna per la raccolta d'acqua!
b) Non si trova più!

Si trovava infatti in quel di "Cozzo la Torre" sul bordo della vecchia via d'accesso alla cava, più o meno nella parte centrale della foto a livello del piano di calpestio della casetta che ancora si vede sulla sinistra.
E pensare che nel periodo in cui fu scattata la foto, siamo circa nel 2003, uno degli assessori del tempo disse: "... è vero, abbiamo dato la concessione per lo sfruttamento della cava, ma ci è stato garantito che sarà tutto riportato com'era prima!..."
Non so perché ma non riuscii a prendere sul serio quelle parole...

Eppure il nome "Cozzo la Torre" è abbastanza famoso... se provate ad inserirlo in un motore di ricerca troverete almeno una trentina di pagine che lo riguardano e tutte fanno riferimento ad una "zona archeologica" nella quale Juliette De la Geniére negli anni '60 effettuò degli scavi, ampiamente documentati in una sua pubblicazione fatta su un periodico dell'Accademia dei Lincei (Scavi nella necropoli (1965) e saggi in contrada Cozzo la Torre, in NSc 1977, pp. 389-422, pp. 409-410). Questi scavi però, nonostante siano tutt'ora un validissimo riferimento per molti  lavori relativi ad insediamenti dell'età del ferro, per quanto ci riguarda sono stati sfortunati perché non hanno portato nessun risultato pratico. Si narra infatti (anche per Cozzo la Torre esistono delle leggende) che la De la Geniére fosse alla ricerca della mitica Pandosia ed il fatto di non aver trovato "possenti mura" o importanti resti di abitazioni l'ha spinta a cercare altrove. In quel periodo infatti cominciavano a venir alla luce notevoli reperti archeologici in quel di Amendolara... per cui,  dicunt, l'archeologa si spostò con armi e bagagli facendo sì che "Cozzo la Torre" ritornasse nel limbo!

Sulla zona archeologica di "Cozzo la Torre" ci sono però delle ombre... dei misteri... ed il primo è proprio quello relativo alla sua esistenza. Mi spiego meglio... Ufficialmente si parla del sito per la prima volta proprio in relazione agli scavi fatti dalla De la Geniére, ed in seguito in una pubblicazione, ormai introvabile, a cura del Prof. O. Cavalcanti e realizzata col patrocinio del Comune di Torano Castello avente come titolo proprio: "Torano Castello: La Zona Archeologica di Cozzo la Torre".
In realtà esistono anche altre tracce come ad esempio a pag. 30 del libro "Atlante tematico di topografia antica: opere di assetto territoriale ed urbano" a cura di L. Quilici, ed. "L'Erma" di Bretscheneider, 1995 Roma, si legge: "164. Torano (CS) loc. Cerra (in realtà Cerro). A sud est del borgo di Sartano... ... tombe del periodo tardo imperiale saccheggiate da clandestini. - Bibbliografia: Gallo 1990, p. 227" e "165. Torano (CS) loc. Cozzo la Torre. Alla sinistra del fiume Crati... ...si segnalano resti di strutture e pavimenti in cocciopesto ed a mosaico con tessere bianche e rosse; tubuli in terracotta. Bibbliografia: Gallo 1990, p. 229-236. Arch. Sopr. 1950, 1951, s.v. Torano".
Cioè già nel 1950, quindici anni prima dei saggi fatti dalla De la Geniére esisteva una documentazione presso la Soprintendenza relativa a questa zona!


Quanto rimaneva alla fine degli anni '90 delle tombe in loc. Cerro

Quindi... si sapeva! E se si sapeva cosa si è fatto?
O meglio, sulla base delle varie normative (attualmente è in vigore il  Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n.  42 relativo al Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell’articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 ma anche la legislazione precedente prevedeva un'azione di tutela e valorizzazione da parte degli Enti Pubblici territoriali) le Amministrazioni che si sono avvicendate nel corso degli anni che cosa hanno fatto? Hanno valorizzato? Hanno tutelato?
Certo che  NO!
A partire dagli anni settanta hanno autorizzato la costruzione di una fattoria, in seguito il passaggio dell'acquedotto "Abatemarco", per poi  passare nei primi anni ottanta ad autorizzare la costruzione di tre strutture industriali per l'allevamento di polli, in seguito verso la fine degli anni novanta la "coltivazione" di ben tre cave di inerti, fino ad arrivare al passaggio di un elettrodotto...!!!
Non c'è che dire si sono dati da fare...
Ma tutto ciò è successo in quanto la "fantomatica" zona archeologica non è ben definita?
Sembrerebbe di no...
L'immagine che segue è uno stralcio della tavola 14 S.P. 2 relativa al Sistema Pianificazione - Vincoli - realizzata nell'ambito del Piano Strutturale Comunale e scaricabile dal link


La tavola è stata realizzata in tempi recenti... sembrerebbe nel 2009 ma non mi è noto che negli anni vi sia stata una "variazione" di quella che è riportata come "zona archeologica" per cui è lecito pensare che questa delimitazione è stata fatta sulla base dei vecchi dati relativi ai saggi fatti dalla De la Geniére che sono evidenziati sulla carta come "NECROPOLI" e "REPERTI".
Sulla tavola sono ben raffigurati gli scempi fatti sul sito. Le linee tratteggiate blu sono acquedotti e quello sull'asse nord-sud è l'Abatemarco. I cerchi verdi evidenziano le vecchie strutture di allevamento. Le linee verdi indicano gli elettrodotti. La fattoria è quasi a ridosso alla necropoli ed infine le tre cave "A", "B" e "C" che sono quasi impercettibili sul disegno in quanto utilizzano lo stesso colore dell'area "archeologica" ma con un tratteggio diverso quasi a voler nascondere "sulla carta" l'oltraggio fatto, sono proprio nella zona centrale della "Zona Archeologica".


La foto è stata scaricata da google earth ed è relativa al 2006 nella quale è evidente l'uso della cava "B" mentre le altre due cominciano ad essere ricoperte da vegetazione.


Infine altra foto della zona datata 4 luglio 2011. Sembrerebbe dismessa anche la cava "B" anche se, ri-dicunt, ogni tanto si vede in giro qualche camion con inerti. Il colore bianco della via d'accesso lato est sembrerebbe avvalorare tali "dicerie".
Certo è, che delle "rassicurazioni" fatte dall'assessore nel 2003 non c'è traccia!










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